Riguardo l'ira di Boher il nano


Signora dalle bianche braccia, soffia sulle mie dita , dentro la mia poca arte, modula il mio cuore e le mie emozioni, arpeggia con i miei nervi e baciami nella mia debole fonte di forza: tanto che io possa descrivere, ispirandomi ai sacri cantori di Nitra, il suo mondo e i suoi Dei, le sue bizzarrie, le sue forme di cristallo, e il suo fiume di vita che scorre impetuoso , tanto che rompe gli argini ed e' pazzia.

Aiutami nella folle impresa di ricordare come sei nata dalla breve poesia del dolore, di come sei rimasta eterna per il ricordo che ti ha sottratta al tempo. Ed anch'io ti ricordo e ti invoco, e ricordandoti ed invocandoti ti rendo ancora eterna. O mia dolce ispirazione aiutami!

E Aleerh la feconda prese la roccia e ne fece scaturire se stessa. Prese se stessa e la colloco' nella Piccola Rocca e volle un dente bianco come sagrato. E tanto era bella tale statua che gli animi erano presi dal timore e dal fascino tanto da evitare la ragione e volare con la mente dei giardini di Mihar.

Dalla sua scura grotta Boher il nano abbandono' le sue opere di miniature ed usci' al sole dove cantava una fanciulla, figlia del latte.

"Cosa canti, stelo d'erba?" chiese Boher che amava la bellezza.

"Della statua piu' bella sulla terra di Nitra".
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