Riguardo la valle dell'eco


Sento la carezza della tua semplicita' sulla mia pelle, o benigna, e ti imploro di sopperire alla mia poca arte per narrare dei fatti che il vento ascolta dai mortali e che sussurra silenzioso nelle tue orecchie di ambra, oh si di ambra!

Dammi infiniti ricordi, che il ricordo e' il momento della tristezza, e la tristezza e' il momento estatico della poesia. Dai calore alla mia rebecca, accendi la scintilla del mio lento narrare!

Esalta l'esperienza (ah l'esperienza) che e' in me, nei calli sulle corde delle mie dita, nelle rughe della mia stanchezza, nel sudore della mia immaginazione.

Colorami gli occhi del colore del bosco, e la voce del rumore della sorgente.

Ascolta il racconto del fedele soldato che perse l' anima urlando il suo nome al colmo della propria vanagloria!

Ed il vento saluto' i capelli ancora sporchi di terra e sangue del soldato venuto dal sud. Le rughe sulla pelle erano la mappa dettagliata di mille e piu' battaglie, e gli occhi erano piu' profondi del fiume sacro da cui aveva attinto acqua contaminata dal rosso dei nemici.

Il soldato alzo' il capo e fisso' la Piccola Rocca, e sopra di essa intravide il sacro tempio di Aleerh. Scuotendo via dal mantello polvere e stanchezza sferzo' il cavallo che si diresse alla base della rocca.
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