Riguardo la vera essenza di Pan


Il Guerriero aveva superato il deserto di Snowledge ed aveva quella maledetta fine sabbia fino sul sudore sotto la pesante armatura che gli dava la vita.

Bimhecs agitava il suo grosso pancione e borbottava tra se della cattiveria della sorte e della loro follia nell'essere giunti oltre al deserto di Snowledge, passando anche per il cancello della Tigre, che nel mezzo del deserto si apriva solo a chi avesse la mente nel cuore.

Ora erano in una terra abitata da gente straniera "straniera, capisci testa di bronzo? Non e' la nostra terra, oh capisci, non e' la terra dove sono nato, dove ho sparso il mio sangue in guerra, oh, dove ho sparso il mio seme uscendo da una donna. E' terra straniera! Ma riesci a capire!"

Il Guerriero capiva e non parlava, ed era bene, perche' quando Il Guerriero parlava c'era la morte ad un metro di distanza che sfrecciava verso di lui, fosse essa un dardo, od una pantera, od un guerriero di Axum.

Bimhecs fu felice del silenzio del Guerriero e continuo' rinfrancato. "Cercare Pan nei domini degli uomini dalla pelle colore della oliva! Oh , ma e' pazzia, ma pazzo sono io! Io che sono al tuo fianco, in questi stramaledetti sotterranei! Oh, cosi' piccoli, con cosi' poca aria! Oh guerriero non ti sembra manchi l'aria? Certo che manca, pazzi siamo stati! Perche' un dio dovrebbe essere in questa fogna, senti la puzza, oh che puzza! Ma che strano muro, tutto scheggiato, mi tagliero'! Ma...Guerriero illumina il muro!"
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